In sede di processo per la Beatificazione prima e Santificazione poi, vennero registrati ed analizzati ben 142 prodigi secondo il Betancur S.J., alcuni in vita ed altri dopo la morte. In vita ne abbiamo parlato ampiamente nelle pagine precedenti, vedi quando scappò dal collegio, l’incendio del lettino e l’apparizione del cane ringhioso. Dopo la morte tanti e tanti prodigi confermano la sua natura divina, difatti un giorno vede dall’aldilà la madre sofferente ed ormai pronta al trapasso, implorò Iddio di poter assistere la mamma negl’ultimi istanti della vita terrena, come per incanto sotto spoglie terrene si presentò al fianco del letto della madre morente fra lo stupore e perplessità di tutti i presenti compreso il fratello Paolo. Dopo aver esalato l’ultimo respiro, anch’egli scomparendo ritornò alla casa del Padre, ringraziando il Signore e la Beata Vergine Maria per avergli concesso la grazia. L’episodio scosse tutti i presenti ma soprattutto l’animo del fratello Paolo che per seguire le orme del Santo, abbandonò di colpo la vita mondana e accettò la vita claustrale come Stanislao. Nella Santa Sede di Roma il tribunale ecclesiastico da inizio al processo di Beatificazione di Stanislao. Un bimbo con lo stesso nome del Santo, a Lublino in Polonia, cadde ed annega in un pozzo, la mamma disperata invocò ardentemente il nome del Beato e d’incanto il bambino si riprese e abbracciò la madre in lacrime di gioia e di devozione. Altro episodio si verificò cinquant’anni dopo la morte nel 1618, il sultano Oman capo dell’esercito ottomano durante la guerra tra polacchi e ottomani, sconfitto l’esercito polacco voleva occupare tutta la Polonia. Il re polacco Sigismondo riorganizzato l’esercito e confidando nell’aiuto del Beato Kostka, ordinò ai soldati di pregare il Beato affinché li aiutasse in battaglia. E fu cosi, durante la notte, in una pausa tra combattimenti nel cielo cupo e buio, apparve una luce, un sole circondato da raggi abbaglianti e subito dopo si scatenò un violento e pauroso diluvio che mise in fuga l’esercito ottomano. Grazie all’intervento del Beato la Polonia restò libera e cattolica. La Santa Sede in Roma, grazie a questi luminosi prodigi procedette prima alla canonizzazione, poi alla beatificazione ed infine alla santificazione, difatti il 18 febbraio del 1726 il Pontefice Clemente VIII proclamò Stanislao Beato, nel 1605 il Pontefice Paolo V lo canonizzava ed infine il 31 dicembre 1726 il Pontefice Benedetto XIII lo elevava alla Gloria degli Altari proclamandolo Santo. Divenne subito patrono della Polonia e Vescovo ad onorem di Cracovia. A Roma nella Santa Sede tutti ormai erano al corrente dei prodigi del Santo e in Carano, dove la devozione a Stanislao era incarnata già nell’animo dei caranesi si volle maggiormente esaltare la sua Gloria, facendo costruire un suntuoso altare nel Santuario. Dal 1820, il popolo volle istituire una grande festa con grande cerimonia religiosa, solenne novenario ed attrazioni folcloristiche ogni prima domenica del mese di settembre di ogni anno per omaggiare il grande Santo Patrono. Per la vita storica del Santuario è giusto ricordare la data del 6 settembre del 1929 ad opera di quattro giovanissimi studenti, Vincenzo Verrengia, Claudio Verrengia, Stanislao Forte, Antonio Pacino Fusco, guidati dal sacerdote-Rettore del Santuario Don Saverio Tramontano, vollero arricchire il Santuario di una bellissima Statua del Sacro Cuore di Gesù. Detta Statua fu portata dallo scalo ferroviario locale nella cappella di Santa Lucia sita in piazza Castelluccio e consacrata il 30 agosto 1929 alle ore 18:00, con una solenne cerimonia officiata da S.E. il Vescovo Monsignor De Santa e con processione portata nel Santuario dove si venera e si prega. In conclusione possiamo dire che la vita di Santo Stanislao è uno specchio nel quale può riconoscersi ogni giovane che comprende fermamente che solo nell’amore di Dio si trova l’amore della vita, si scopre l’essenza divina della vita stessa , si impara a seguire dunque, la retta via della vita.