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La Madonna di Carano e le origini del suo culto

La diocesi di Sessa accoglie nella sua devozione secolare alla Madre di Dio un cospicuo numero di immagini/icone, il cui stile orientaleggiante è stato, crediamo giustamente, relazionato ad una probabile diaspora di cristiani bizantini, in seguito ai noti provvedimenti iconoclasti dell’imperatore d’Oriente Leone il Siro o Isaurico (717-41). Ciò spiega il culto della Madonna di Costantinopoli a Cellole, peraltro, con diversi accenti, presente a Lauro, Santa Maria Valgono e in altre contrade; che seppure ammantato di fatti prodigiosi e incontrollabili storicamente, rappresenta se non la verità storica, almeno la storia di un popolo. Questi antichi culti in onore della Madonna Possono essere stati portati qui da cristiani in diaspora, provenienti dal mare o forse da Sinuessa, dopo la distruzione del V-VI secolo. A Carano, secondo l’opinione di diversi critici, l’effige della Madonna della Libera su pietra potrebbe risalire tra la fine del VII e gli inizi dell’VIII secolo, contemporaneamente alla diaspora dei cristiani orientali, dopo i provvedimenti dell’Isaurico; altri propendono per assegnarla ad un tardivo pittore campano del secolo XII-XIII, svuotando del contenuto storico anche l’apparizione del 1032. Noi propendiamo per la prima opinione, anche se i margini della discussione restano notevoli e di non facile pacificazione. Il culto della Madonna a Carano, quindi, comincerebbe con la celebre apparizione del 1032, ma ci porterebbe nel cuore del secolo VIII-IX, tre secoli prima che la Pastorella di Carano fosse testimone di questa potente ierofania mariana. I fatti sono noti e, a Carano, si tramandano da secolari generazioni, con una fede e una devozione, che sono esse stesse la storia di un prodigio!

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Parrocchia Santa Maria
della Libera

Indirizzo

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